Der Schwarzwald, la Foresta Nera. (2023)

A meno di due anni dall’ultimo “on the road”, decidiamo di ritornare sulla strada. Stavolta in testa c’è il sud della Germania e quella “foresta” lì che sono anni che ci aspetta. E allora che Schwarzwald sia: foresta nera arriviamo!

Schwarzwald – Foresta Nera

Start / Lago di Como

Che c’entra adesso il lago di Como con la nostra destinazione? Niente in effetti, ma è lì che decidiamo di fare sosta per la notte (in un piccolo ma funzionale agriturismo a pochi km da Cantù) così da poter spezzare in due il viaggio verso Friburgo, dove ci fermeremo per i primi quattro giorni sul territorio. Nota di colore: cena in una pizzeria (Rom’antica) di Como che definire clamorosa per la bontà della pizza è dire poco!

Lago di Como

Freiburg im Breisgau

A Friburgo arriviamo poco dopo l’ora del pranzo, non prima di aver attraversato una Svizzera (occhio perché lì il roaming sul telefono non è gratuito e se non si disattivano i dati cellulare, si può incorrere in qualche brutta sorpresa) abbastanza nuvolosa e consci che questa variabilità del meteo ci potrebbe accompagnare (e così sarà) praticamente per tutto il nostro viaggio. Alloggiamo in un Ostello (StayInn) dove c’è possibilità di utilizzare lo spazio cucina in comune, e dove l’ambiente ci appare famigliare fin da subito. Il parcheggio a pagamento (in garage) al prezzo di 8 euro al giorno è pressoché obbligatorio, dal momento che non ci sono parcheggi nei paraggi. Nel pomeriggio visitiamo la bella cittadina della Bresgovia (dove ritorneremo per un altro paio di visite serali nei giorni successivi), e al pronti-via ci rechiamo subito in una delle pasticcerie (Schmidt) più famose per mangiare una fetta della famosa torta della foresta nera. A Friburgo visitiamo la bella Cattedrale, la piccola Venezia (un borghetto piccolo e molto caratteristico, da visitare assolutamente), la fontana decorata con la statua di Berthold Schwartz e infine ci divertiamo un mondo a cercare quei canaletti laterali dove scorre sempre acqua limpida e fresca: i Bächle; speciali per tutti i bambini, che spesso ci sguazzano dentro con i loro piedini o ci pilotano all’interno delle piccole barchette di legno che vengono vendute nelle numerose bancarelle del centro. Mangiamo a Friburgo soltanto una volta (Mc Donalds), preferendo quasi sempre la cena in Ostello, un po’ per risparmiare qualcosa e un po’ per variare il menu. Durante il giorno ci mangiamo panini (fatti da noi) e ci deliziamo con i dolci (soprattutto le torte) nelle numerosissime Konditorei (pasticcerie) che incontriamo praticamente dappertutto. Per colazione utilizziamo la cucina dell’Ostello. Nelle tre giornate successive, prima della partenza per Freudenstadt (foresta nera del nord), ci regaliamo due fantastiche escursioni in natura (nel cuore di Titisee Lake la prima e a Falkau per il sentiero Hochschwarzwalder la seconda) e una splendida pedalata che partendo da Breisach e passando lungo il fiume Reno, passando pure il confine con la Francia, ci porta nel cuore della foresta nera del sud. Il tutto condito da panorami favolosi, meteo tutto sommato non troppo negativo e “Schwarzwälder Kirsch Torte” un giorno si e l’altro pure! Da segnalare: il parcheggio a pagamento a Titisee Lake (obbligatorio) non troppo economico, e l’ottimo rapporto qualità prezzo del noleggio bike di Sid (diminutivo di Siddartha) a Breisach, dove ci siamo trovati benissimo. Friburgo è alle spalle dopo quattro emozionanti giornate nel sud della foresta nera, ora ci attende il nord e un meteo in peggioramento. Ma si sa, il viaggio è anche questo e imprevedibilità e sorprese sono sempre all’ordine del giorno. E’ il bello dell’andare, è il “viaggio” inteso come tale e non come semplice vacanza turistica insomma. E noi lo rispettiamo, come sempre.

On the road

Nel nostro viaggio sulla strada, nelle nostre splendide escursioni e nelle bellissime pedalate, abbiamo avuto modo di osservare l’ambiente della Foresta Nera. Un ambiente puro e bellissimo!

Tips / Economia

Km percorsi in totale: circa 3000 per un totale di circa 300 euro di benzina (auto utilizzata Fiat Panda Cross Hibryd). Costo medio del parcheggio a pagamento: 8 euro al giorno (in alcuni posti è più caro). Costo della “vignette” (passaggio autostradale obbligatorio per attraversare la Svizzera): 43 euro e vale un anno (solare). Costo autostrada tratto italiano (da Roma) A/R circa 90 euro. Altri costi (vitto, alloggio e varie) in totale: 1500 euro. Tipo di alloggio scelto: medio-buono in termini di stelle e costi, in buona sostanza funzionale alle nostre esigenze, ma mai scadente. Vitto: privilegiata la formula uso cucina ove possibile.

Foresta Nera del nord

Freudenstadt ci aspetta dopo aver percorso la prima parte delle strade panoramiche (B294, B462 e B500) della zona. Strade bellissime, che ci terranno compagnia per buona parte di questa seconda metà del viaggio. E’ la straordinaria unicità del paesaggio a farla da padrone; con la natura e quei piccoli paesi che attraversiamo, e che continueremo ad incontrare fino alla fine del viaggio, che sembrano letteralmente magici. Dopo un paio di giornate “on the road” e qualche visita obbligata, Baden Baden, e il meraviglioso e imprescindibile Museo della Foresta Nera, ritorniamo a calcare la foresta con i piedi (un bellissimo giro in un tratto della foresta denso di faggi e querce a Ettlingen) prima di passare il pomeriggio a Karlsrhue (carina), il tutto durante il primo giorno del soggiorno a Rastatt (alloggiamo da Franco, una Gasthaus italiana dove l’unico problema era una rete internet non molto stabile). A cena mangiamo da Avocado (e lo faremo anche la sera successiva), uno locale splendido a due passi dal nostro alloggio, dove c’è un’ottima cucina e birra a volontà! Prima di trasferirci a Calw, dove alloggeremo in un Gasthof Adler davvero molto bello, iniziamo a fare i conti col maltempo che, per il nostro secondo giorno qui a Rastatt, ci impedisce di fare l’escursione programmata. Decidiamo quindi di andare con la macchina un po’ in giro senza meta, a scoprire piccoli centri abitati e strade immerse nel cuore della foresta. Come sempre riusciamo a stupirci di come un cambio di programma possa essere alla fine migliore di quanto uno possa aspettarsi. Mai disperare, ma riprogrammare, per scoprire luoghi nuovi e provare emozioni insperate. Non solo, quando sei “disperato” e “bagnato”, ricordati che in Germania, soprattutto qui nella Foresta Nera, c’è sempre un Konditorei (pasticceria, lo ricordo) a salvarti la vita e a ridarti il buon umore!

On the road

Quando si è sulla strada, in auto, si percorrono chilometri e chilometri spesso senza guardare intorno. Bisogna rallentare e scegliere strade alternative, secondarie, dove andando piano c’è possibilità di ammirare quello che c’è intorno. Noi lo abbiamo fatto in questo viaggio, a volte per scelta, altre per necessità (maltempo), e non ce ne siamo pentiti.

Last stop

Quando arriviamo a Calw (penultimo avamposto del nostro viaggio prima di Tennenbronn, dove ci fermeremo per l’ultima volta prima di ritornare a casa), il tempo non migliora molto, anzi, a volte peggiora, come il giorno in cui prendiamo nuovamente le biciclette per farci 70km in giro per le splendide piste ciclabili tedesche della foresta nera che ci portano da Bad Liebenzell a Nagold. All’inizio non piove, poi quando siamo in sella comincia, poi smette, poi ricomincia, ma che divertimento, che strade, che bellezza totale. A metà percorso ci attraversano la strada due cuccioli di cervo: emozione totale. E poi falchi, scoiattoli e tracce di una natura rigogliosa praticamente dappertutto. Nel paesino di H. Hess (Calw) riusciamo a ritagliarci una mattina fantastica facendo un’escursione favolosa a Hirsav, dove il meteo regge abbastanza, e un pomeriggio di sole in città, dove scattiamo qualche fotografia e mangiamo la solita meravigliosa fetta di torta. Per cena scegliamo un ristorante italiano dove mangiamo per due sere: la prima una pizza favolosa e la seconda un primo piatto altrettanto buono. Anche qui a Calw il tempo vola e al mattino (c’è il sole) siamo già in partenza per Tennenbronn, per quella che sarà la nostra ultima tappa (alloggiamo in una Gasthaus in questo piccolo centro a pochi km da Triberg) di questo meraviglioso viaggio. Prima di arrivare facciamo una sosta a Tubinga, una cittadina favolosa (probabilmente la più bella che abbiamo visto insieme a Calw), e ci godiamo quelle che saranno le ultime ore di sole pieno prima di una tre giorni di maltempo prevista praticamente in tutta Europa. La gasthaus è molto particolare, bella certamente, ma con qualche ammennicolo di troppo per i nostri gusti, ma tant’è, ce la godiamo lo stesso. Abbiamo la colazione compresa, per pranzo i soliti sandwich preparati da noi, ma per la cena è più dura, perché la maggior parte dei ristoranti è chiuso (a parte un Burger King a 20 km dove scegliamo di cenare l’ultima sera) e dobbiamo arrangiarci in stanza con qualche pietanza comprata nei negozi di alimentari della zona. Poco male, siamo abituati e non ci da troppa noia cenare qualche volta arrangiati. Riusciamo, non sappiamo ancora come, a fare un’unica (splendida, forse la più bella) escursione nei dintorni, perché il meteo avverso ci costringe a fare dei tour in macchina. Visitiamo Triberg (non le cascate perché ci rifiutiamo di “pagare” profumatamente un’attrazione naturale) che non ci entra esattamente nel cuore (anche per la pioggia che quel giorno cade copiosa). Ritorniamo nella vicina Titisee Lake per entrare nei numerosi negozietti di cucù artigianali, riuscendo a mangiare finalmente un piatto locale a base di crauti (spettacolare). Sulla strada poi ci fermiamo a visitare quello che è definito come il più grande orologio a cucù del mondo (vedere foto in galleria), e il Castello di Hoenzoellern (a vista dalla strada: splendido). Insomma cerchiamo come al solito di non mollare nonostante la pioggia, che puntuale ci abbandona l’ultima sera, regalandoci un bel tramonto. Qualcosa di molto bello, arrivato all’improvviso, come per salutarci ed augurarci buon viaggio di ritorno a casa. Anche se per noi casa è molto spesso proprio il “viaggio”.

End

Quando accendo la mia macchina so che anche questo viaggio è finito, ma è solo il precedente a quello che sarà il prossimo, perché, per chi ama viaggiare non c’è mai fine alla possibilità di sognare altre mete, altri luoghi, altri posti da vedere in questo straordinario pianeta che troppo spesso ormai dimentichiamo di rispettare. E allora non ci resta che attendere non avendo la minima idea di dove si fermerà la prossima volta il nostro dito sulla mappa del mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.